Ripartire dalla provincia
- Quilombo Cultura
- 6 feb 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 23 mar 2022
Arte di Marca: la provincia che riparte

Alcune delle opere in mostra alla 21 Gallery
Ogni volta che apre un nuovo spazio culturale è sempre una festa, soprattutto in un momento storico in cui chiudere è più facile che ripartire o resistere. Se poi si riesce a sviluppare uno spazio culturale e imprenditoriale partendo dalla provincia, siamo davanti ad un raro poker d’assi. Siamo andati a visitare 21 Gallery, una galleria d’arte a Lancenigo, frazione di Villlorba alle porte di Treviso. Qui, dove il tempo xe schei e dove il lavoro è una seconda fede religiosa, tre imprenditori molto noti – Davide Vanin, Massimiliano Mucciaccia e Alessandro Benetton – si sono uniti per creare un nuovo polo artistico che contiene in sé un seme di speranza. Treviso è stata negli scorsi anni una realtà abbastanza refrattaria ai linguaggi del contemporaneo e più legata alle glorie di un passato ormai sonnacchioso che aperto al nuovo. Negli ultimi anni tuttavia la realtà è cambiata e ne è prova tangibile l’apertura del museo Bailo prima e poi il notevole numero di festival e manifestazioni, spesso organizzati da giovani esperti dei vari settori artistici. Il Comic Book Festival infatti ha ormai fatto da apripista a nuove manifestazioni, l’ultima delle quali – a quanto ci risulta – dovrebbe essere il “Gioiosa et amorosa“, a cura del Comitato Teatro Treviso.
Dopo il lockdown, la gente sente il bisogno di ripartire e in questo desiderio è incluso il bisogno di nutrirsi si arte e di cultura. Pertanto se si decidesse davvero di ripartire da questi due elementi, sarebbe la nascita di un nuovo paradigma sociale. Non vogliamo esagerare con l’ottimismo, ma dopo le ansie degli ultimi anni c’è bisogno di frugare nel vaso di Pandora per trovare la speranza.
La street art in galleria
Gallery 21 dichiara il proprio interesse per l’arte delle nuove generazioni e per la street art. Proprio a partire da questo doppio interesse si sviluppa l’esposizione in corso in questi mesi, dal titolo “When urban attitudes become contemporary art”. La mostra ospita infatti una selezione di opere realizzate da artisti italiani under 40 arrivati alla notorietà attraverso la street art, ma che hanno già all’attivo anche esposizioni in spazi museali.
I curatori hanno suddiviso la mostra in due spazi: un corridoio ospita le opere più legate all’astrattismo, spesso caratterizzate anche dall’utilizzo di materiali diversi rispetto alla tradizionale tela. Una sala laterale invece contiene diverse opere figurative dominate da un gusto più vicino alla pop art e dai contenuti collegati all’attualità, a partire dalla ricerca sulla condizione femminile nel mondo islamico portata avanti dall’artista della Locride (ma ormai attivo a Torino) noto con il nome d’arte di Br1.
Oltre alle immagini semplici e incisive dell’artista calabrese, tra le opere in mostra spiccano gli stencil poster di Sten Lex, le tele astratte del writer Giorgio Bartocci, le incisioni urbane su alluminio del milanese 2501, le visioni oniriche di Canemorto e i disegni digitali di Alessandro Cripsta. Molti nomi e altrettante tecniche diverse creano una mappa parziale ma suggestiva dell’arte contemporanea in Italia, di quel “mondo di mezzo” che si muove tra spazi urbani e gallerie d’arte, tra incursioni artistiche e installazioni in luoghi più convenzionali.
21 Gallery e Treviso Art District

Le opere dello street artist Br1 in mostra
La 21 Gallery nasce ai lati di una strada ad alto scorrimento, ma si sta dimostrando il punto nevralgico di un polo più ampio, il Treviso Art District. Questo punta a sfruttare le potenzialità della decentralizzazione per diventare un punto di attrazione culturale. Oltre alla galleria infatti, il TAD vanta un locale enogastronomico chiamato Il Cantiere e caratterizzato da un arredamento ricercato e dai forti richiami ai diversi linguaggi artistici. Un ulteriore progetto che prenderà avvio nei prossimi mesi e che andrà a completare (almeno per il momento) le proposte offerte dal TAD è uno spazio per l’esposizione di design che la sera si trasformerà a sua volta in uno spazio legato alla gastronomia, pur rimanendo fedele alla sua vocazione culturale.
Il nome della galleria parte da un numero – il 21 – particolarmente caro ad Alessandro Benetton per i tanti significati che porta con sé. In particolare questo numero rimanda alla sequenza di Fibonacci che costituisce la base delle proporzioni su cui Leonardo da Vinci costruiva i suoi dipinti; il 21 inoltre rimanda ovviamente al secolo che stiamo vivendo e vuole far riferimento all’attenzione per il futuro. 21 Gallery non si limita ad essere una galleria artistica, spazio chiuso e scollegato dal tessuto urbano che la ospita, ma punta ad essere luogo vivo e vivificatore. In questo senso va letto non solo l’articolo dello statuto che impone all’impresa di generare un impatto positivo sul territorio, ma anche la concretizzazione di queste parole attraverso programmi dedicati alle scuole e operazioni di Street Art finalizzate a valorizzare il patrimonio pubblico.
Attenzione al territorio
Tale attenzione al territorio si riflette anche nella decisione di devolvere parte degli utili della galleria ad enti ed associazioni attivi sul territorio con l’obiettivo di realizzare attività benefiche. Quest’anno, ad esempio, i proprietari di 21 Gallery hanno deciso di devolvere tale somma ad Art4Sport, l’associazione nata nel 2009 a partire dalla storia della veneziana Bebe Vio.
La speranza non è solo che il TAD diventi un punto di richiamo per il nord est, ma anche che questo luogo possa aprirsi sempre più, contaminando il contesto di energie positive e segnando la vita culturale della Marca Trevigiana. In un momento in cui la cultura è spesso relegata tra “le cose con cui non si mangia” è importante sapere che imprenditori e artisti scommettono proprio sul mercato dell’arte per far ripartire la vita di una provincia e l’economia di un’area ancora ricca, ma impegnata a riprendersi dal crollo dettato dalle chiusure che hanno messo in stand by il lavoro e le nostre vite in questi anni pandemici.
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