Di chi è la colpa quando nessuno ha colpa?
- Quilombo Cultura
- 22 gen 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 23 mar 2022
Le api sono animali estremamente intelligenti e organizzati. Anche quando sono allevate dall’uomo sono in grado di allontanarsi per alcuni chilometri dalle loro arnie e tornare, riconoscendo la loro casa tra molte altre, basta che chi le cura metta un simbolo (una forma o un colore) fuori dall’ingresso. C’è una sola eccezione: il colore rosso, che non riescono a percepire.
Oggi parliamo di un libro da alcuni mesi disponibile sugli scaffali delle librerie italiane, ma di cui forse non si è parlato abbastanza: “Le api non vedono il rosso”. Non si tratta di un libro di zoologia, ma del nuovo romanzo di Giorgio Scianna, lo scrittore pavese che a due anni di distanza da Cose più grandi di noi torna a provocare i suoi lettori con domande alle quali è difficile dare una risposta univoca.
Drammi familiari e distopie del domani

La copertina del romanzo
Se nel lavoro precedente Scianna metteva in scena la la tragedia familiare di chi scopre la militanza armata della propria figlia – la vicenda era ambientata nel passato tutt’altro che remoto degli anni di piombo – questa volta il focus è su un nuovo tipo di dramma ambientato in un futuro più che prossimo, una sorta di distopia del domani. Il fatto che mette in moto la macchina narrativa è un incidente stradale: una bambina di pochi anni è stata investita da una macchina a guida autonoma, un modello che al momento non è possibile veder circolare sulle nostre strade per la mancanza di normative ad hoc, ma che a livello ingegneristico è assolutamente verosimile ipotizzare.
Protagonista del racconto è una famiglia come tante, seppure benestante e un po’ troppo in formato mulino bianco. Il padre è l’ingegnere capo che ha vidimato la sicurezza dell’algoritmo – e quindi della vettura – che ha ucciso la bimba. L’accusa di omicidio e l’ombra di un processo incombente arrivano a sconquassare le esistenze familiari, fino a quel momento dedite in massima parte a lavoro, sport e impegno sociale. Una mamma bibliotecaria militante, un figlio universitario e allenatore sportivo di bambini con disagio sociale, una figlia più dedita allo sport che alla scuola, ma con una sensibilità ed una capacità empatica quasi più marcata di quello che ci si aspetterebbe da una giovane della sua età. Sono gli ingranaggi perfetti per un meccanismo letterario capace di tenere i lettori, soprattutto i più giovani, con il fiato sospeso.
Virtuale e reale
In un mondo che va verso il metaverso e la virtualizzazione delle vite, Scianna torna a porre ai suoi lettori domande etiche che al di là della finzione narrativa sarebbe bene porci a livello di speculazione intellettuale prima che si scoprano troppo urgenti e legalmente pregnanti. La prima e fondamentale questione, posta fin dalla copertina, è: “di chi è la colpa se nessuno ha colpa?”.

Lo scrittore Giorgio Scianna
A partire da questa domanda il gioco narrativo del giallo tradizionale si smonta e si rimonta: ci sono indagini e indagati, ci sono pubblici ministeri e interrogatori, ma il vero colpevole – l’algoritmo – si smaterializza, così come ogni possibile movente. Chi invece resta corporalmente e drammaticamente presente è il piccolo cadavere della vittima, misericordiosamente coperto con un lenzuolo bianco sulla strada che più che celare mostra al mondo la crudeltà di una realtà che si finge digitale ma che impatta in modo più che mai fisico sulle nostre vite.
Il focus di Scianna non è tuttavia puntato in maniera centrale sul processo, quanto sui cambiamenti che compiscono anche le relazioni più intime nel momento in cui sono toccate da quello che si può continuare a chiamare “la banalità del male” Anche in questo caso l’ingegnere informato si può giustificare dicendo di aver fatto solo il suo lavoro, rispondendo alle leggi della tecnologia e del progresso, leggi che da un lato – le statistiche lo dimostrerebbero – portano vantaggi non solo nel risparmio della fatica umana, ma anche sul piano della sicurezza, ma che di contro rendono molto più fumoso ogni discorso di tipo etico nel momento in cui qualcosa non va come era stato pianificato.
Tra picchi di tensione narrativa ed altri in cui la storia sembra procedere un po’ troppo a rilento, Scianna mette a segno un altro successo narrativo che non potrà che soddisfare lettori di ogni età interessati a porsi domande sul mondo che ci stiamo costruendo.
Comments