Rileggere Kurt Vonnegut con la guerra alle porte
- Quilombo Cultura
- 28 feb 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 mar 2022
Un’auto corre lungo una strada deserta. In direzione contraria, lungo la corsia opposta, un carro armato sfreccia a gran velocità, all’ultimo momento lo possiamo osservare mentre sterza, passa con noncuranza sull’auto, poi prosegue tranquillamente il suo viaggio di morte. Non siamo su GTA o su qualche altro prodotto lanciato sul mercato dall’industria dei videogames. Sono riprese amatoriali per le strade dell’Ucraina. A pochi decenni dalle violenze dei Balcani, mentre quelle ferite non si sono ancora cicatrizzate del tutto, in Europa torna a comparire l’ombra della guerra.
L’anti eroe di Vonnegut

Billy Pilgrim è un essere umano, è americano, e stato un soldato nella seconda guerra mondiale prima di fare i soldi con l’optometria. Billy Pilgrim è sostanzialmente un uomo qualunque, tranne per pochi particolari decisivi, primo tra tutti la sua capacità di muoversi nel tempo da quando è stato rapito dalla specie aliena dei Tralfamadoriani. Cosa c’entrano le avventure fantascientifiche di Billy Pilgrim con la guerra in Europa? C’entrano eccome. Billy Pilgrim è infatti il protagonista di Mattatoio n. 5 e alter ego del suo stesso autore, Kurt Vonnegut. Nato nel novembre di 100 anni fa, Vonnegut è uno dei maggiori autori fantascientifici dell’America contemporanea, nonché autore di uno dei più celebri romanzi antimilitaristi, Mattatoio n. 5, appunto.
Pubblicato nel 1969, il romanzo mescola con acida ironia fantascienza e politica, fondendo il trauma reale dell’autore, sopravvissuto da giovane al bombardamento alleato su Dresda durante la seconda guerra mondiale, con i movimenti giovanili che si scagliavano contro il conflitto in Vietnam.
L’anti eroe creato da Vonnegut diventa quindi simbolo straniato e straniante del trauma di ogni guerra, riletto in chiave fantascientifica negli anni in cui questo genere letterario e cinematografico aveva molto da dire del nostro mondo (in quegli stessi anni Kubrick girava Il dottor Stranamore prima e 2001: Odissea nello spazio poi). Ma Billy Pilgrim è anche il simbolo di un nuovo modo di vedere il tempo e lo spazio, certamente riletti alla luce delle teorie di Einstein. Sul pianeta di Tralfamadore, mentre è esposto nudo in uno zoo come rappresentante del genere umano in compagnia di una nota attrice, apprende che lo spazio non ha solo tre dimensioni, ma quattro, ed è la percezione di questa quarta dimensione a cancellare il concetto di passato e presente, facendolo andare a spasso per la sua stessa vita, rivivendo o anticipando eventi, ma senza poterli cambiare.
Così va la vita
“Così va la vita”. Questa è la frase che torna continuamente come un mantra lungo tutto il romanzo e che simboleggia l’impossibilità per Billy di essere altro che un impotente spettatore delle disgrazie della propria vita. Il titolo alternativo del libro, quello che nel primo capitolo che funge da proemio di questa disperata Odissea fantascientifica, è “la crociata dei bambini”. Perché la guerra – ci dice Vonnegut – è prima di tutto questo, una situazione in cui innocenti vanno ad uccidere o a farsi uccidere da altrettanti innocenti per i calcoli ciechi di chi non si muove dai suoi uffici dorati.
I giornali di questi giorni sono infarciti di una retorica fatta di eroi, di uomini che con sprezzante coraggio sottomettono la sopravvivenza alla libertà. È come se gli stralci di pace che ci portiamo dietro tra una tragedia e l’altra facessero scordare agli uomini quello che ogni guerra è: una sconfitta senza appello. Per questo alle immagini di comuni cittadini che preparano delle Molotov domestiche preferisco le fredde descrizioni dei soldati di Vonnegut che, usciti dal mattatoio che li aveva ospitati durante il bombardamento della città tedesca, si ritrovano a vagare tra dune lunari sotto le quali si trovano gallerie che furono case e corpi che furono uomini.
Ogni tempo ha la sua guerra perché ogni guerra ha i suoi interessi. Dopo ogni guerra si celebrano poi gli eroi per celare dietro un paravento l’imbarbarimento dell’uomo che si fa lupo contro altri uomini. Così va la vita, ma è necessario che vada così per sempre?
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente Spiana un bosco e sfracella cento uomini. Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista. Generale, il tuo bombardiere è potente. Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante. Ma ha un difetto: ha bisogno di un meccanico. Generale, l’uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: può pensare. (Bertolt Brecht)
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