La radio celebra l’attualità di Pasolini
- Quilombo Cultura
- 13 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 22 mar 2022
Un podcast per i 100 anni dalla nascita del poeta di Casarsa
Finita l’ubriacatura per i 700 anni dalla scomparsa di Dante, il 2022 inizia all’insegna dei centenari. si ricorda la pubblicazione dell’Ulisse di Joyce e della Terra desolata di Eliot, nonché la nascita di Fenoglio, Gassman e Pier Paolo Pasolini. Anche noi di Quilombo Cultura partecipiamo ai festeggiamenti, partendo proprio da una iniziativa volta a ricordare il poeta di Casarsa (ma nato a Bologna, appunto, nel 1922).
Tipi pasoliniani
La prima iniziativa che possiamo seguire per ricordare i 100 anni di PPP è il podcast dedicato ai “tipi pasoliniani” e disponibile sulla piattaforma RaiPlay Sound. La trasmissione è diretta da Davide Rondoni e David Riondino, con la regia di Elisabetta Malantrucco e la direzione artistica di Andrea Borgnino.

Nel momento in cui scriviamo, sono disponibili le prime quattro puntate, rispettivamente con l’attore Ascanio Celestini, con il politico e scrittore pugliese Nichi Vendola, con il poeta Aurelio Picca e con Walter Veltroni. Quest’ultimo in particolare ebbe un rapporto diretto con l’autore delle Ceneri di Gramsci negli anni della militanza nella FGCI.
L’obiettivo dichiarato dei realizzatori del programma è quello di cercare nella società contemporanea dei potenziali seguaci di quella che fu la poetica e la visione del mondo di Pasolini. Il podcast si muove quindi lungo lo stretto crinale tra l’analisi ideologico-letteraria, la ricostruzione storica e l’attualizzazione di un pensiero troppo complesso e contraddittorio per essere rinchiuso in una ricostruzione unitaria.
Il corpo di Pasolini

Anno Domini 1975, notte fonda, Lido di Ostia. Una donna esce di casa e inveisce contro quei “fiji de ‘na mignotta” che hanno abbandonato in mezzo alla strada un borsone di stracci. Quel borsone tuttavia è il corpo di Pasolini, massacrato di botte e abbandonato come un rifiuto della società. La riflessione sul corpo di e in Pasolini è affidata ai dialoghi di Rondoni e Riondino con Ascanio Celestini.
Le analisi che si possono fare sul rapporto tra Pasolini e i corpi, il suo e quello degli altri, sono molteplici e passano dall’auto-presentazione dell’intellettuale come un influencer ante litteram all’abiura della trilogia della vita. Questa è costituita dai tre film “letterari” ispirati rispettivamente al Decameron, ai Racconti di Canterbury e alle Mille e una notte. In un manifesto molto sentito, PPP rifiutava i suoi tre prodotti cinematografici davanti al “genocidio culturale” prodotto dalla massificazione borghese ai danni della genuina civiltà contadina.
Pasolini ha dunque ostentato il suo corpo e i corpi in generale in tutti i modi: partecipando a trasmissioni televisive, inserendosi come comparsa nei suoi film assieme ai suoi parenti più vicini (si pensi alla madre nei panni della Madonna per il Vangelo secondo Matteo), utilizzando i corpi dei suoi attori come viatico per la riflessione intellettuale, come nel caso del buon ladrone nel cortometraggio sacro “La ricotta”…
Riscoprire oggi la corporeità attraverso le immagini e le parole Pasolini implica affrontare un cammino controcorrente, in un mondo che da un lato va sempre più verso la virtualizzazione e dall’altra parte verso la trasparenza di corpi tanto esposti da perdere ogni loro attrattiva che non sia volgarmente pornografica.

Storicizzare Pasolini
Il secondo podcast vede la partecipazione di un politico pasoliniano come Nichi Vendola. Tra i vari ragionamenti che il fondatore di (o meglio della fu) Sinistra Ecologia e Libertà porta avanti, merita una particolare attenzione quello legato alla storicizzazione del poeta delle rime di Casarsa, in opposizione ad una mitizzazione che punta ed eliminare ogni pensiero critico.
In questo senso, a detta del politico pugliese, un aspetto da prendere in particolare considerazione è la differenza tra l’omosessualità per come era vissuta da Pasolini nelle sue notti “brave” e le lotte per i diritti LGBT+ di tanti gruppi e associazioni contemporanee. Allo stesso tempo tuttavia non perde di attualità la critica alla tolleranza fatta da Pasolini nel secolo scorso. Questi si era accorto infatti che nelle realtà cosiddette progressiste c’è spesso la nascosta scala gerarchica per cui chi tollera rimane comunque ad un livello superiore rispetto a chi è tollerato.
Un’ultima nota musicale: le puntate sono chiuse dalla canzone Il soldato di Napoleone scritta da Pasolini, ma musicata da Sergio Endrigo, altra figura di spicco del nostro panorama culturale oggi ingiustamente passata in secondo piano.
Molti sono i temi che emergono da queste interviste solo apparentemente semplici e informali, ma particolarmente dense di suggestioni. L’invito è quello di seguire questo podcast targato Rai per scoprire le bellezze, le scandalose contraddizioni e la grande attualità di uno dei nostri maggiori intellettuali del Novecento a cento anni dalla sua nascita e a quasi cinquanta dalla sua violenta scomparsa.
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