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John Frusciante è tornato nel gruppo

  • Immagine del redattore: Quilombo Cultura
    Quilombo Cultura
  • 24 apr 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

I RHCP ritrovano il loro chitarrista, ma non emozionano


Unlimited love: un ritorno annunciato

La copertina di Unlimited Love

Sono passati sei anni da quando i Red Hot Chili Peppers hanno lanciato il loro album precedente, The Getaway, e per il nuovo disco registrato in studio hanno richiamato il loro storico chitarrista, John Frusciante. I fan aspettavano con ansia questo nuovo lavoro, ma il risultato non può che averli lasciati quantomeno interdetti. Il 1 aprile è uscito infatti Unlimited Love, il dodicesimo disco realizzato in studio dai RHCP, un lavoro che mescola le sonorità rock al jazz, al country e al funky-blues dando vita a un album decisamente armonico, ma a volte troppo tranquillizzante.


Il ritorno di Frusciante non va visto come un colpo di scena: negli anni l'artista newyorkese è rimasto costantemente in contatto con i suoi ex compagni di avventura e più volte si era parlato di un nuovo possibile riavvicinamento. Ora che con questo album "i ragazzacci" dei RHCP si sono davvero ricongiunti, è come se un gruppo di amici avesse ritrovato la quadra per funzionare insieme, solo che la nostalgia per i tempi che furono ha tolto alla band americana la lucidità per far brillare al massimo quella stella che, proprio pochi giorni prima dell'uscita di Unlimited Love, ha iniziato a luccicare nella Hollywood Walk Of Fame.


Il rischio dell'auto manierismo

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John Frusciante alla chitarra

La band ha presentato il suo nuovo lavoro con queste parole: "Desideriamo con tutto il cuore essere una luce nel mondo, per elevare, connettere e riunire le persone. Ogni brano del nostro nuovo album Unlimited Love, è una sfaccettatura di noi, che riflette la nostra visione dell'universo. Questa è la missione della nostra vita." Siamo convinti che la musica possa essere di ispirazione per cambiare il reale creando relazioni e connettendo gli esseri umani, ma questa volta "l'onda potente" evocata dai Red Hot è rimasta imbrigliata nella corde vocali e negli amplificatori del gruppo, senza riuscire davvero a travolgere gli ascoltatori.



Non si può dire infatti che Unlimited Love sia un brutto disco, ma nonostante la lunghezza - 17 tracce per quasi 75 minuti sonori - le canzoni che si susseguono non riescono a coinvolgere quanto vorrebbero. Il risultato appare più una ripresa dei vecchi sound e quello che manca è una sorta di azzardo, quella volontà di rompere gli schemi che in passato aveva segnato la vita del gruppo. Il manierismo, anzi l'auto-manierismo, è quanto di peggio ci si possa aspettare da chi ha segnato la storia recente della musica rock e la speranza è che i Red Hot ritrovino in futuro il coraggio di osare maggiormente.

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